Diminuire il grasso nelle cosce: vediamo come. 

Spesso mi viene chiesto come perdere grasso nelle diverse zone del corpo.

È una domanda che arriva frequentemente dalle donne che faticano a perdere peso nella parte inferiore del corpo configurando il classico aspetto a pera definito ginoide in gergo medico. Questo aspetto è tanto comune quanto abbastanza complicato da trattare. Niente è impossibile, ma dei 4 morfotipi descritti nel mio libro “La Dieta COM e il dimagrimento localizzato” è senz’altro uno di quelli che deve faticare di più per restare o andare in forma.

Partiamo dalla vita quotidiana
Spesso le ragazze o i maschi che hanno questi problemi sono lavoratori sedentari, cioè passano alla scrivania gran parte della loro giornata. Questo morfotipo deve favorire la vascolarizzazione superficiale del grasso sottocutaneo principalmente nella zona inferiore.
Aumentare la vascolarizzazione e di conseguenza la velocità del flusso sanguigno significa meno esterificazione degli acidi grassi e meno accumulo degli stessi. Stare in piedi può essere considerato meglio che seduti in quanto genera meno stress ossidativo legato alla ischemia da compressione e successiva riperfusione. Tuttavia anche stare in piedi in maniera statica non favorisce più di tanto la circolazione. Questo morfotipo poi tende ad accumulare liquidi nelle gambe cosicché viene esacerbato l’effetto antiestetico.
Ciò accade anche perché le donne tendono a bere poco mentre non bisognerebbe mai attendere il segnale della sete. In questo modo l’organismo tende a trattenere più liquidi che finiscono inevitabilmente nell’interstizio delle gambe.
Le prime due regole quindi sono:

  1. limitare il più possibile la posizione seduta.
  2. limitare il più possibile la posizione eretta statica.

Io consiglio di utilizzare piccoli stratagemmi da ufficio come posizionare la stampante lontano da noi (magari in un’altra stanza etc), in modo da essere costretti ad alzarsi. In America in alcuni uffici si iniziano ad installare scrivanie ad altezza d’uomo in modo da lavorare in piedi.
Per l’attività fisica strutturata bisognerebbe dedicare almeno 30 minuti 3 volte alla settimana all’attività aerobica (cyclette, tapis-roulant, step…) e 30 minuti 3 volte alla settimana ad una ginnastica di tonificazione coi pesi che, migliorando il rapporto massa grassa/massa magra, permette di migliorare il metabolismo basale.
Attenzione a non eccedere con l’allenamento anaerobico lattacido coi pesi. Spesso l’accumulo di grasso in queste zone è peggiorato dalla cellulite. Questa è una patologia cui le donne sono particolarmente predisposte per una conformazione del derma, ma che è aggravata da accumulo di liquidi e da accumulo di acidi (come l’acido lattico) nell’interstizio cellulare.
Meglio quindi che non manchi mai anche un’attività a circuito, preferibilmente PHT (Peripheral Heart Training), che tenda a fare scorrere la circolazione tra le diverse aree del corpo. Ricordiamoci che dobbiamo favorire l’aumento della vascolarizzazione in queste zone. Se toccate le cosce e l’addome di un soggetto ginoide troverete facilmente una variazione del termotatto (le gambe sono più fredde – meno vascolarizzate).
Tutto questo poi andrebbe fatto nella prima parte della giornata per ottenere i risultati migliori.
Altro aspetto da tenere in considerazione è la salute intestinale. Molte donne soffrono di problemi intestinali che sono diventati la loro normalità, ma che squilibrano pesantemente l’assetto metabolico. Spesso questi problemi intestinali sovraccaricano il fegato impedendogli di svolgere le sue attività endocrine tra cui annoveriamo la conversione degli ormoni tiroidei da inattivi (T4) ad attivi (T3); un buon integratore di selenio può migliorarne la conversione.
La tiroide va sempre valutata in un soggetto ginoide favorendone un rispristino funzionale nel modo più naturale possibile e, quando non possibile, somministrando farmaci che forniscano entrambi gli ormoni tiroidei. Capita spesso che i farmaci più comunemente utilizzati abbiano solo T4 che però corre il rischio di non convertire in T3, che è l’ormone biologicamente attivo.
Il paziente ha tutti i sintomi dell’ipotiroidismo magari con un TSH ancora nella norma. Altro aspetto in cui può rientrare un fegato che lavora male è la scarsa inattivazione degli estrogeni che potrebbe favorire un iperestrogenismo relativo (uno squilibrio del rapporto estrogeni e progesterone). Anche questo favorisce l’accumulo di grasso e liquidi nelle gambe.
Per la dieta bisognerebbe non eccedere con i carboidrati e andrebbero limitati soprattutto nella seconda fase della giornata. Possono e devono essere inseriti invece nella prima parte dove assolveranno anche un effetto di stimolo sulla tiroide.
Essa regola il metabolismo come sappiamo e tende a rallentare in condizioni di restrizione calorica o digiuno (come durante il riposo notturno). I carboidrati al mattino servono per riaccendere il motore.
Altra cosa fondamentale è il rispetto dell’orologio biologico. Gli ormoni su cui la donna può fare affidamento per perdere grasso sono i tiroidei di cui abbiamo già parlato e il GH. Questo viene secreto la notte, ma solamente se il sonno è fisiologico. L’inquinamento sociale e social di questo procedimento (il fare tardi la sera o l’utilizzo durante la notte di telefoni e tablet) può condizionare pesantemente l’inversione dei nostri ritmi circadiani e impedire la corretta secrezione di GH.
Fondamentale l’igiene del sonno dunque, tentando di rallentare le attività fisiche e mnemoniche verso sera in modo da favorire la secrezione di questo ormone lipolitico. Un integratore di arginina e melatonina preso prima di coricarsi può stimolare la regolare secrezione dell’ormone della crescita in questi soggetti.
Ho volutamente parlato poco di integratori perché vanno molto individualizzati e la generalizzazione è faticosa soprattutto nel soggetto ginoide. Ma un concetto che vorrei dare è cosa non assumere. I termogenici ad esempio sono poco vantaggiosi per questo tipo ginoide. Abbiamo detto che deve favorire la vascolarizzazione mentre i termogenici tendono a lavorare sul sistema simpatico che vasocostringe a livello periferico.

Dottor Massimo Spattini